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Itinerari
Tra Arezzo e Cortona alla scoperta degli Etruschi

Arte e archeologia si uniscono alle cantine d’autore della Toscana

Tra Arezzo, il Valdarno e la Valdichiana si conservano numerose testimonianze degli Etruschi: tali territori sono stati scelti da questa popolazione come luoghi di stanziamento per la loro privilegiata posizione geografica.

Quello che vi suggeriamo è un viaggio sulle tracce di quest’antica civiltà piena di fascino e mistero, abbinato alle eccellenze enologiche e architettoniche della zona.

1.
Prima tappa
Arezzo e il suo patrimonio storico

Partiamo da Arezzo, una delle più antiche città della Toscana, che conserva un vasto patrimonio naturalistico-ambientale e culturale. È stata abitata fin dall’VIII-VII secolo a.C., prima dagli Etruschi e poi dai Romani, come testimoniano i numerosi reperti ritrovati e conservati nel Museo Archeologico e le testimonianze architettoniche disseminate per la città e nei suoi dintorni.

I resti dell’Anfiteatro Romano ci ricordano l’importanza di Arezzo in età imperiale, qui nel 68 a.C. nacque infatti Gaio Cilnio Mecenate, amico e influente consigliere di Augusto, un vero e proprio ministro della cultura di quell’epoca, il cui cognome è ormai entrato nel linguaggio comune, per antonomasia, ad indicare chiunque si eriga a protettore e finanziatore delle arti.

Arezzo è stata anche il luogo di nascita di Guido Monaco (meglio conosciuto come Guido d’Arezzo), inventore nell’XI secolo delle note musicali, per non parlare di Petrarca, di Giorgio Vasari e di Pietro Aretino, così come di molti altri grandi personaggi storici.

Partiamo da Arezzo, una delle più antiche città della Toscana, che conserva un vasto patrimonio naturalistico-ambientale e culturale. È stata abitata fin dall’VIII-VII secolo a.C., prima dagli Etruschi e poi dai Romani, come testimoniano i numerosi reperti ritrovati e conservati nel Museo Archeologico e le testimonianze architettoniche disseminate per la città e nei suoi dintorni.

I resti dell’Anfiteatro Romano ci ricordano l’importanza di Arezzo in età imperiale, qui nel 68 a.C. nacque infatti Gaio Cilnio Mecenate, amico e influente consigliere di Augusto, un vero e proprio ministro della cultura di quell’epoca, il cui cognome è ormai entrato nel linguaggio comune, per antonomasia, ad indicare chiunque si eriga a protettore e finanziatore delle arti.

Arezzo è stata anche il luogo di nascita di Guido Monaco (meglio conosciuto come Guido d’Arezzo), inventore nell’XI secolo delle note musicali, per non parlare di Petrarca, di Giorgio Vasari e di Pietro Aretino, così come di molti altri grandi personaggi storici.

2.
Seconda tappa
Il Borro, cantine d'autore nell'Aretino

Soltanto mezz’ora in macchina separa la bella Arezzo dalla cantina di proprietà della famiglia Ferragamo, Il Borro, un luogo fiabesco dove eleganza, natura, storia, autenticità ed enogastronomia convivono in assoluto equilibrio. La cantina è stata progettata dall’architetto Elio Lazzerini e segue un’impostazione tradizionale per armonizzarsi alla perfezione con lo splendido borgo medievale e con le antiche strutture preesistenti della tenuta.

Soltanto mezz’ora in macchina separa la bella Arezzo dalla cantina di proprietà della famiglia Ferragamo, Il Borro, un luogo fiabesco dove eleganza, natura, storia, autenticità ed enogastronomia convivono in assoluto equilibrio. La cantina è stata progettata dall’architetto Elio Lazzerini e segue un’impostazione tradizionale per armonizzarsi alla perfezione con lo splendido borgo medievale e con le antiche strutture preesistenti della tenuta.

3.
Terza tappa
Ispirazioni etrusche per il Podere di Pomaio

Vicinissima ad Arezzo troviamo anche il Podere di Pomaio, una cantina green e bio progettata dall’architetto Marisa Lo Cigno. Proprio nel bosco di Pomaio, raggiungibile con quindici minuti di camminata partendo dalla cantina, si trova un ponte Etrusco-Romano risalente al II sec. a.C. L’antica città di Arretium si approvvigionava per i suoi fabbisogni di acqua dall’Alpe di Poti e il ponte etrusco di Pomaio era proprio un tratto di quell’opera d’ingegneria idraulica che permetteva fra l’altro il funzionamento delle Terme del Prato. Le mura ciclopiche del ponte hanno ispirato i progettisti della Cantina di Pomaio, l’architetto Marisa Lo Cigno e Pierferruccio Rossi che ne hanno realizzato le pareti con lo stesso metodo utilizzato anticamente dagli Etruschi. 

Vicinissima ad Arezzo troviamo anche il Podere di Pomaio, una cantina green e bio progettata dall’architetto Marisa Lo Cigno. Proprio nel bosco di Pomaio, raggiungibile con quindici minuti di camminata partendo dalla cantina, si trova un ponte Etrusco-Romano risalente al II sec. a.C. L’antica città di Arretium si approvvigionava per i suoi fabbisogni di acqua dall’Alpe di Poti e il ponte etrusco di Pomaio era proprio un tratto di quell’opera d’ingegneria idraulica che permetteva fra l’altro il funzionamento delle Terme del Prato. Le mura ciclopiche del ponte hanno ispirato i progettisti della Cantina di Pomaio, l’architetto Marisa Lo Cigno e Pierferruccio Rossi che ne hanno realizzato le pareti con lo stesso metodo utilizzato anticamente dagli Etruschi. 

4.
Quarta tappa
Cortona, una delle dodici città etrusche

A circa 40 km da Pomaio verso sud, arriviamo alla scenografica Cortona, internazionalmente famosa grazie al best seller di Frances Mayes, “Under the Tuscan Sun”, pubblicato nel 1996. Dal libro, poi, è nato l'omonimo film di Audrey Wells che è riuscito a trasmettere agli spettatori l’atmosfera particolare di questo angolo di Toscana.

L’incantevole borgo aretino è una meta irrinunciabile anche dal punto di vista storico. Tra l’VIII e il VII secolo a.C., infatti, Cortona divenne un’importante lucumonia etrusca le cui testimonianze sono tuttora presenti.

Nonostante le piccole dimensioni, Cortona si è sempre distinta per la sua vivacità culturale, con attività di respiro internazionale, fin da quando nel XVIII secolo divenne un importante centro per le ricerche archeologiche in virtù dell’“Accademia Etrusca” e del “ Museo Etrusco”, entrambi fondati nel 1728 e acclamati da appassionati sostenitori in tutta Europa come Voltaire e Montesquieu.

Il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona) è ospitato all’interno del Palazzo Casali in Piazza Signorelli e in esso sono confluite le donazioni dei soci dell’Accademia Etrusca che si trovano ancora oggi qui, nella biblioteca e negli ambienti storici del piano superiore. Il Museo raccoglie molti reperti archeologici ritrovati sul territorio, tra questi alcuni pezzi importantissimi per lo studio della civiltà etrusca, come il Lampadario Bronzeo, la Tabula Cortonensis (uno dei più importanti ed estesi testi in lingua etrusca che si conoscano) e il Corredo della Tomba Principesca detta Melone II del Sodo, con splendidi gioielli in oro.

Alla visita del Museo si può aggiungere l’emozionante escursione alle tombe etrusche nella pianura sottostante Cortona: quella detta Melone II del Sodo del periodo arcaico e quella di Camucia.

A circa 40 km da Pomaio verso sud, arriviamo alla scenografica Cortona, internazionalmente famosa grazie al best seller di Frances Mayes, “Under the Tuscan Sun”, pubblicato nel 1996. Dal libro, poi, è nato l'omonimo film di Audrey Wells che è riuscito a trasmettere agli spettatori l’atmosfera particolare di questo angolo di Toscana.

L’incantevole borgo aretino è una meta irrinunciabile anche dal punto di vista storico. Tra l’VIII e il VII secolo a.C., infatti, Cortona divenne un’importante lucumonia etrusca le cui testimonianze sono tuttora presenti.

Nonostante le piccole dimensioni, Cortona si è sempre distinta per la sua vivacità culturale, con attività di respiro internazionale, fin da quando nel XVIII secolo divenne un importante centro per le ricerche archeologiche in virtù dell’“Accademia Etrusca” e del “ Museo Etrusco”, entrambi fondati nel 1728 e acclamati da appassionati sostenitori in tutta Europa come Voltaire e Montesquieu.

Il MAEC (Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona) è ospitato all’interno del Palazzo Casali in Piazza Signorelli e in esso sono confluite le donazioni dei soci dell’Accademia Etrusca che si trovano ancora oggi qui, nella biblioteca e negli ambienti storici del piano superiore. Il Museo raccoglie molti reperti archeologici ritrovati sul territorio, tra questi alcuni pezzi importantissimi per lo studio della civiltà etrusca, come il Lampadario Bronzeo, la Tabula Cortonensis (uno dei più importanti ed estesi testi in lingua etrusca che si conoscano) e il Corredo della Tomba Principesca detta Melone II del Sodo, con splendidi gioielli in oro.

Alla visita del Museo si può aggiungere l’emozionante escursione alle tombe etrusche nella pianura sottostante Cortona: quella detta Melone II del Sodo del periodo arcaico e quella di Camucia.

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