Sono due le valli dell’Aretino dove gli Etruschi vissero, edificarono città e necropoli, e ancora oggi conservano notevoli testimonianze del loro passaggio: la Valdichiana e il Casentino furono scelte dal popolo etrusco per loro posizione geografica, la prima territorio di passaggio verso Chiusi, la seconda verso nord, oltre gli Appennini.
La figura simbolo degli Etruschi fu ritrovata proprio ad Arezzo nel 1553: è la Chimera, il bronzo del IV secolo a.C. che rappresenta un animale fantastico dal corpo e testa di leone, con una testa di capra sulla schiena e una lunga coda a forma di serpente, oggi esposta nel Museo Archeologico Nazionale a Firenze.
Il percorso nelle terre di Arezzo seguendo le orme del popolo etrusco parte da Cortona, dove non può mancare una visita al Museo dell'Accademia Etrusca, che conserva i bronzi, vasi e oreficerie provenienti in particolare dal Tumolo del Sodo.
Si può immaginare come Cortona e la piana sottostante dovevano apparire ai viaggiatori etruschi: da un lato la città dei vivi, distesa lungo le pendici del Monte Sant’Egidio e dall’altro la città dei morti, con le sue necropoli e i tumuli a valle, nella pianura del Clanis. È la stessa vista che ancora oggi si può godere arrivando da Perugia, da Chiusi o da Arezzo.
All’incrocio di queste tre grandi direttrici sono situati i due tumuli chiamati dagli abitanti del luogo “Meloni” I e II, oltre al Melone di Camucia, caratteristici per la loro conformazione semisferica. Di notevole importanza sono anche le tombe più tarde, risalenti al II secolo a.C. denominate “Tanelle”, come la Tanella Angori, in direzione di Perugia, e la Tanella di Pitagora, sulla strada che porta verso Arezzo.
Ad Arezzo, si trova anche il Museo Archeologico "Gaio Cilnio Mecenate" situato all’interno dell’ex convento di San Bernardo, costruito a sua volta su resti dell’Anfiteatro Romano (prima metà del II secolo d.C.): qui si possono ammirare straordinari esempi di vasellame in terra sigillata aretina e i preziosi gioielli della Necropoli di Poggio del Sole.
Dal Museo Archeologico salendo verso la collina giungiamo in piazzetta San Niccolò, dove gli scavi hanno portato alla luce i resti della cinta muraria etrusca che circondava la città.
La storia degli Etruschi ad Arezzo termina a qualche chilometro dal centro storico, a San Cornelio Castelsecco: sulla collina è ancora visibile un teatro-tempio che ha visto la sua massima frequentazione nel II secolo a.C. ma di origini ancora più antiche. Il ritrovamento di terracotte raffiguranti bambini in fasce, oggi esposti al Museo Archeologico di Arezzo, lasciano pensare che il luogo fu anche sede di un culto dedicato a qualche divinità protettrice della maternità.
Infine, a Pieve a Socana, nel comune di Castel Focognano, si trova una splendida pieve romanica intitolata a Sant'Antonino.
Qui è visibile una grande ara etrusca con frequentazione a partire dal V secolo fino al I secolo a.C. Gli scavi hanno messo in luce una gradinata di accesso al tempio che aveva un orientamento opposto a quello della pieve. È noto che nei templi pagani l’altare era esterno all’edificio sacro.
Il sito è una chiara testimonianza di religiosità etrusca, strettamente legata ad altri luoghi di culto della valle come quello del Monte Falterona e la sua stipe votiva, in alto Casentino.